Catania 30 maggio 2014

Monastero dei Benedettini a Catania, “L’altra altra metà del cielo”

Venerdì 30 maggio, alle ore 16.00,l’aula Stefania Noce al Monastero dei Benedettini ospiterà l’evento L’altra altra metà del cielo, promosso dalle associazioni per i diritti delle persone glbt Stonewall, Queer as Unict e dal SISM.

La locandina dell’evento

L’iniziativa, durante la quale saranno proiettati i docufilm di Maria Laura Annibali, vuole aprire una porta sulla realtà lesbica; presentata dalla giornalista Nadia Germano vedrà l’intervento della stessa autrice e di Stefania Rimini, docente di Discipline dello spettacolo all’Università di Catania.

Maria Laura Annibali è la garante per le Pari Opportunità della Regione Lazio, la presidente dell’associazione nazionale Di’Gay Project di Roma ed è da sempre impegnata nell’attivismo femminista e nella lotta per i diritti delle donne e delle persone GLBT. É importante che, grazie al sostegno del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Ateneo, l’evento potrà svolgersi nell’aula Stefania Noce, donna, femminista e studentessa vittima di femminicidio.“

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Sicilia, maggio 2014

Prima visione regionale siciliana dei due lavori prodotti da Maria Laura Annibali.

Così presenta l’evento il sito dell’Associazione Stonewall Siracusa

Maria Laura Annibali, classe ‘44, è la garante per le pari opportunità alla regione Lazio, è presidente dell’associazione Di’Gay Project di Roma ed è soprattutto un’attivista femminista che da decenni lotta per i diritti delle donne e delle persone GLBT.

Maria Laura è una donna che ama le donne, un autrice e documentarista di grandissimo pregio e, come lei stessa ha dichiarato, “Maria Laura Annibali è altro, molto altro dell’altra, altra metà del cielo…

É proprio “L’altra altra metà del cielo” il titolo che lei stessa ha scelto per le sue due “meravigliose creature”.

Nel suo primo lavoro la Annibali raccoglie alcune testimonianze di donne lesbiche dichiarate, donne lesbiche e femministe, che come lei vivono apertamente e serenamente la propria omosessualità. Alcune di queste donne ricoprono ruoli pubblici impegnandosi anche nella loro quotidianità per abbattere pregiudizi e stereotipi di cui le persone GLBT sono ancora troppo spesso vittime. Il documentario vuole fungere da pungolo, stimolo ed esempio per andare oltre le apparenze, oltre lo stigma e gli stereotipi socioculturali sull’omosessualità per scardinarli e mostrarne l’infondatezza.

A distanza di 3 anni dal primo vede la luce la seconda meravigliosa creatura di Maria Laura: “L’altra altra metà del cielo…continua”.

Nel suo secondo docufilm l’autrice, come abile pittrice, riesce a rappresentare il variegato e sfaccettato mondo lesbico attraverso l’intreccio di sei interviste ad altrettante donne tra loro diverse per età, vissuto personale, desideri e modo di intendere la vita ma che hanno come comune denominatore il desiderio lesbico.

Interviste sincere e appassionate – come scrive Carlo Griseri- scorci di vita che Maria Laura Annibali raccoglie in un documentario formativo che propone al pubblico nel suo tentativo di capire e “inquadrare” il mondo lesbico italiano oggi. In attesa di una parte 3, vi invitiamo a partecipare alla prima visione regionale siciliana dei due lavori prodotti dalla grande Maria Laura Annibali che si terrà a Catania il 30 maggio.

L’evento è presentato anche da Brunella Bonaccorsi su Sicilia e Donna. La Sicilia che piace – 24 maggio 2014

2012 – Sicilia Queer Filmfest

L’altra altra metà del cielo…Continua è stato presentato al Sicilia Queer FilmFest 2012.

Andrea Caramanna ne ha parlato su Sentieri Selvaggi:

Che ci sia una profonda mutazione nelle modalità di espressione del lesbismo è sotto i nostri occhi. Sembra quasi una lotta contro tutto e tutti. Le lesbiche subiscono più di tutte, è più o meno quanto afferma Maria Laura Annibali nel suo L’altra metà del cielo… continua, diretto da Laura Valle e sceneggiato dalla Annibali, qui presente al festival. Alla fine della proiezione, gentilissima e dolce, chiede agli spettatori se è piaciuto il film. Che è uno dei documentari più intimi visti in queste giornate. Magari ci si oppone a una forma non troppo curata da orpelli (a cui siamo ormai abituati), per scoprire, come ha suggerito il direttore artistico Alessandro Rais, che la Annibali è un corpo ingombrante come quello di Michael Moore. È lei stessa ad intervistare nel film alcune donne, sette in tutto, appartenenti a generazioni diverse, con amori ed esperienze che riescono a demolire ogni stereotipo su un tipo di sessualità. Che è sempre difficile da etichettare, limitare da caratteristiche ed elementi che possono completamente variare da una esperienza all’altra, da un individuo all’altro. Una continuazione de L’altra metà del cielo del 2009 che ci voleva e della quale si ha bisogno, perché si ha la sensazione che in pochi anni cambi veramente tutto. Non a caso sono proprio i riferimenti storici al lontano passato a testimoniare quanto il lesbismo fosse nascosto. La più importante leader del movimento LGBT in Italia, Imma Battaglia, ci racconta con suprema ironia, la passeggiatina di molti anni fa con un’altra ragazza e i rispettivi fidanzatini, maschietti che non si accorgevano di nulla: mentre le loro ragazze si tenevano teneramente per mano, i “fidanzatini” ufficiali erano impegnati in altre discussioni, magari quelle tipiche dei maschietti. Ma c’è anche la testimonianza importante sull’inseminazione di una donna che deve lasciare l’Italia per reclamare un diritto sacrosanto. E poi il confronto con una donna cino-portoghese che mette l’accento sulle ritrosie che contraddistinguono le lesbiche italiane, forse causate da una cultura fortemente oppressiva. La Annibali è straordinaria nella sua leggerezza, quando ascolta e pone domande alle sue interlocutrici. È un modo sublime di mettere a proprio agio, personaggi in scena e spettatori che condividono le emozioni dei protagonisti“.