DGP – L’altra altra metà del cielo DONNE

Presentazione del terzo docufilm di Maria Laura Annibali, L’altra altra metà del cielo. Donne

Presentazione del terzo docufilm di Maria Laura Annibali, L’altra altra metà del cielo. Donne.

Sabato 25 gennaio ore 17.30 @DGP

25_gennaio_DGP
La locandina dell’evento

Segue dibattito con l’autrice Maria Laura Annibali, presidente di DGP.

Intervengono:

  • Imma Battaglia (Attivista/Fondatrice Dì’Gay Project DGP)
  • Leila Daianis (Associazione libellula)
  • Paola Corneli (Pres. Agedoroma)
  • Sofia Oyvalar Peri (Attivista/Modella/Transgender)
  • D.ssa A. Montano (Psicoterapeuta/Dir. Istituto A.T. Beck Roma e Caserta)
  • Pres. Carlo Cremona (Direttore artistico Omovies Festival)

Modera
Caterina Coppola
(Giornalista/Co-fondatrice Gaypost.it)

Segue la performance artistica di bodypainting di Francesca Guidi.
L’intervento segnalato su Libero 24×7 da marchenews24.it
Reportage fotografico in trCarpegna.net

Leggi il comunicato stampa:

L’associazione romana Di’Gay Project (DGP), fondata da Imma Battaglia e tra quelle più attive nella comunità LGBT, non finisce di stupire per la versatilità delle proprie iniziative culturali, anche in ambiti non specifici per una realtà che si occupa di diritti civili, quali l’archeologia e la storia dell’arte, dimostrando che l’approfondimento e la conoscenza è alla base di ogni lotta per l’uguaglianza e l’emancipazione di ogni persona da tutti i punti di vista. Motore inesauribile e anima infaticabile di ciò è Maria Laura Annibali, presidente del DGP dal 2014, la quale, però, coltiva anche un’altra passione, quella per il cinema, meritandosi il titolo di “narratrice” del mondo lesbico. Infatti nel 2019 ha concluso una trilogia di docu-film sulle “donne che amano altre donne”: L’altra altra metà del cielo (2008, 2012) e ora L’altra altra metà del cielo. Donne, con la regia di Filippo Soldi. Presentato, in prima assoluta, il 26 novembre scorso alla Casa Internazionale delle Donne di Roma e il 12 dicembre a Napoli nell’ambito della 12ma edizione di OMOvies Film Festival LGBT, viene ora presentato il 25 gennaio, alle ore 17.30, presso la sede del Di’Gay Project, in via Costantino 82 a Roma.

A discuterne con l’autrice saranno: Imma Battaglia (Fondatrice del DGP), Leila Daianis (Associazione libellula), Paola Corneli (Presidente di Agedoroma), Sofia Oyvalar Peri (Attivista/Modella/Transgender), Antonella Montano (Psicoterapeuta, Direttrice dell’Istituto A.T. Beck di Roma e Caserta) e Carlo Cremona (Direttore artistico di Omovies Film Festival di Napoli). Moderatrice Caterina Coppola (Giornalista, co-fondatrice di Gaypost.it).

Ma poi, nello stile del DGP a guida Maria Laura Annibali, l’arte visiva non sarà solo quella cinematografica del suo documentario, ma anche quella pittorica di Francesca Guidi, artista ecclettica e non convenzionale (ultimamente si esprime nell’”arte dei led”anche il suo nome d’arte ) che darà vita a una performance in diretta di body art sul corpo di Silvia Terriaca, bellissima modella romana, giovane promessa del mondo dello spettacolo, fa parte dell’agenzia MTM events di Massimo Meschino.

Un’evento  nell’evento, dunque, con una caratteristica comune, quella di essere coniugati entrambi al femminile: generazioni diverse di artiste che, seppur con linguaggi diversi, esprimono il medesimo orgoglio di essere donne, libere di esprimere se stesse e di determinare autonomamente la propria vita e il proprio futuro.

Intervista a Open online

Tre anni di unioni civili. La storia di Laura, “sposa” a 70 anni – L’intervista

Tra le prime unioni civili a essere celebrate nel 2016, anno di approvazione della legge, c’è quella della presidente dell’associazione Di’ gay project, Maria Laura Annibali che a 71 anni ha potuto sposare la sua Lidia, dopo oltre 17 anni di fidanzamento. «Quel giorno lo dedico a tutti coloro che avrebbero voluto sposarsi, ma non hanno fatto in tempo a vedere riconosciuto questo diritto perché intanto sono morti».

Intervista di Chiara Piselli

Maria Laura e Lidia il giorno dell’unione civile

Come è cambiata la sua vita con l’approvazione della legge sulle unioni civili? «Sono cambiate molte cose. Prima non potevamo avere voce in capitolo rispetto alla coppia, all’identità. Diverse persone hanno avuto il coraggio di metterci la faccia politicamente. Io sono un’attivista anziana, quando mi sono sposata avevo 71 anni, un po’ tardino insomma. Uso il termine “sposa” perché come dovremmo chiamarci? Le unite? Fino a quando avrò forza combatterò per il matrimonio ugualitario. E comunque è falso che le unioni civili sono state poche perché sono state celebrate in numero ragguardevole».

Con l’entrata in vigore della legge Cirinnà non ha perso tempo e si è subito sposata. «Sì, l’ho voluto fare subito, volevo essere sicura di essere la prima sposa più grande di Italia (ride ndr). E poi quel giorno era così bello. Indossavamo uno smoking banco con cui poi siamo andate al matrimonio di Imma Battaglia ed Eva Grimaldi».

Quale è stata la vostra storia? «Dopo 17 anni di amore ci siamo sposate. Alcuni di questi anni sono stati difficili, specie per Lidia che era ancora sposata e in attesa di divorzio, una situazione da equilibrista. Dunque lei ha dovuto viverli nascondendosi. Io no perché ero già attivista e nel direttivo del Di’ gay project, prendevo parte a tutte le manifestazioni, dunque io non mi nascondevo da tempo. All’inizio non volevo saperne di Lidia perché io ero stata con un’altra ragazza per 23 anni, era la mia compagna di scuola. All’epoca, a 57 anni, ero convinta che dopo di lei non avrei voluto nessun’altra al mio fianco. E mi ero messa l’anima in pace. Avevo le mie amicizie, la politica, avevo appena finito il mio terzo documentario».

E poi? «Lidia si è dichiarata pochi giorni dopo avermi incontrata al Gay village a Testaccio. “Non ci pensare proprio”, le dissi, “Vengo da una storia molto dolorosa”. Poi invece sono caduta tra le sue braccia. Una notte mi telefonò alle 3 chiedendomi di scendere: c’era una sorpresa per me vicino al mercato rionale, di fronte a casa mia. Non scesi, mi sembrava una follia uscire alle 3 di notte. Ma il mattino seguente uscì di buon’ora. Questa signora aveva preso vernice e pennello e in piena notte, rischiando di essere fermata dalla polizia, aveva scritto: “Laura, ti amo appassionatamente e perdutamente”. Io sono stata una donna molto amata, ma nessuno aveva mai fatto nulla di simile per me».

E vi siete trovate. «Ci siamo trovate pur essendo molto diverse. Lidia poi ha cominciato a seguirmi molto nella mia attività politica. Per esempio, nonostante lei odi il caldo, sabato mi accompagnerà al pride di Roma. E con me ha camminato 5 chilometri alla manifestazione di Verona, in concomitanza con il congresso delle famiglie».

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