Antonella Montano

antonella montano

“Antonella Montano è la mia mentore. Una delle persone che, aiutandomi a uscire da un grande dolore, mi hanno dato la forza per fare tutto quello che custodivo nel cuore, ma che non avevo mai fatto”.

Antonella Montano è psicoterapeuta, fondatrice e direttrice dell’ Istituto A.T. Beck di Roma e Caserta, docente e supervisore AIAMC (Associazione Italiana Analisi e Modificazione del Comportamento) e Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor di ACT (Academy of Cognitive Therapy).
È autrice di diversi saggi riguardanti l’omosessualità.

Un articolo di Antonio Zagaroli racconta chi è Antonella Montano:

Antonella Montano, psicoterapeuta, direttrice dell’Istituto A.T. Beck di Roma e Caserta, www.istitutobeck.com, è indubbiamente una delle pioniere italiane nel campo della terapia con clienti omosessuali. Nel 1997 con E la notte non rimasero divise, Antonella ha cominciato a squarciare il velo di silenzio e invisibilità che ricopriva la comunità lesbica in Italia. Già in questo primo lavoro vengono evidenziati una serie di strumenti, rivolti a professionisti della salute mentale e non, per cominciare a scoprire, e rivedere in una nuova ottica, i sentimenti omofobici delle persone omosessuali, frutto dell’interiorizzazione dei messaggi omofobi della società. Antonella mette subito in luce come questo sia il nemico principale delle persone omosessuali, un nemico insidioso e radicato. Con il testo Psicoterapia con clienti omosessuali, pubblicato nel 2000, Antonella compie un ulteriore balzo in avanti, fornendo gli strumenti tecnici per superare l’omofobia. In un momento in cui in Italia c’era scarsa conoscenza, anche da parte della comunità scientifica, delle tematiche specifiche della terapia rivolta ai clienti gay e lesbiche, il volume si propone di formare i clinici in modo che possano condurre il percorso terapeutico nella maniera più efficace. Ovviamente omofobia sociale e interiorizzata hanno un ruolo di rilievo nelle tematiche che il terapeuta deve conoscere e affrontare. Altri temi sono il rapporto con la famiglia d’origine; la strutturazione della coppia, in un mondo in cui questa non solo non è supportata, ma anzi decisamente avversata (questo è purtroppo valido ancora oggi, a 13 anni di distanza); la religione. Il volume si propone, dunque, come testo di riferimento per una terapia affermativa dell’omosessualità.

Antonella ha cominciato a insegnare le tematiche omosessuali e il trattamento dell’omofobia sociale e interiorizzata in tutte le scuole di specializzazione in psicoterapia cognitivo-comportamentale italiane; sempre in Italia, nel 2000, è stata la prima, dopo varie formazioni specifiche negli Stati Uniti, a introdurre le linee guida per il trattamento dell’omofobia interiorizzata. Negli anni, ha ampliato questo interesse, conducendo varie ricerche sul tema, tra cui, a mero titolo esemplificativo, uno degli ultimi lavori presentati è “MBSR and stress due to homosexual orientation”, al 7th International Congress of Cognitive Psychotherapy (ICCP), Istanbul, Turkey, 2-5 Giugno 2011. Nel 2008 gli studi di Antonella in materia di omosessualità si arricchiscono di un nuovo capitolo: la lectio magistralis sull’utilizzo della mindfulness con i clienti omosessuali per combattere lo stress derivante dai propri sentimenti omofobici.

Nel 2009, col volume Madri, mogli, amanti lesbiche, Antonella torna sul tema dell’omosessualità femminile, affrontando tematiche molto vicine alla vita quotidiana delle donne lesbiche: la maternità, la coppia, le possibilità offerte da Internet, la sessualità. L’ultimo capitolo del volume ritorna sulla tematica dell’omofobia, centrale nella vivace ricerca scientifica di Antonella, e sulla mindfulness come strumento di affrontamento. Negli ultimi anni, prima col volume Parlare di omosessualità a scuola (2011) e poi col progetto Educare alla diversità a scuola (2013, realizzato per l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), Antonella sta perseguendo l’obiettivo di educare la società sui temi dell’omofobia e del rispetto per la diversità. Tale educazione deve partire da subito, dalla realtà scolastica, così che i gay e le lesbiche di domani possano trovarsi a vivere in un’Italia più inclusiva e meno omofoba.”